martedì 27 novembre 2012

Non è solo la Polizia a fare la sicurezza di un Paese




In questo semplice articolo voglio mettere in evidenza la relazione che lega la sicurezza di una nazione con il livello di ricchezza economica dei singoli cittadini che la compongono, una relazione spesso trascurata, specialmente dalla classe politica che fa, della semplificazione di questo tema, una efficace strategia retorica sempre comoda, specialmente in periodo elettorale. 

Emblematica di questo discorso l'ultima corsa al Campidoglio, che vide Alemanno basare buona parte della sua strategia comunicativa sulla "Crociata per la sicurezza".  Ancora più interessante è leggere in proposito il "Patto Roma Sicura", stipulato dalle istituzioni territoriali nel 2007 e di cui qui avete un link.   

 I politici tendono a parlare di sicurezza esclusivamente nei termini relativi al numero più o meno alto di crimini perpetrati nelle strade, primi fra tutti quelli derivante dal mercato della prostituzione e della droga. Contro questi mali si promuovono quasi sempre come principale soluzione al problema l'aumento, o delle forze di polizia nel numero di effettivi,   o nell'ammontare dei fondi pubblici da destinarsi a tali istituzioni. 

In maniera più complessa invece, il dato della sicurezza pubblica è legato a molteplici fattori che non consentono una considerazione che sia semplicistica e veritiera allo stesso tempo. In primo luogo dovremmo rendere più completa la considerazione di "sicurezza". L'espressione "sicurezza" vuol dire in termini letterali molto sintetici: "condizione di ciò che è senza rischi"; in altre parole ciò che è senza rischi si può definire "in sicurezza" oppure "sicuro". Se così è, allora esiste un gran numero di situazioni che si possono definire più o meno "sicure". La sicurezza del proprio posto di lavoro, ad esempio, perché viene molto spesso lasciata in secondo piano? La sicurezza economica che ci può sostentare nelle spese della vita quotidiana, perché rientra nei discorsi dei politici solo in forma di demagogia e mai in considerazione della sicurezza pubblica. 

In altre parole quello che manca, troppo spesso, è la considerazione del fatto che fattori economici prima che di forze di polizia possono spiegare fenomeni di devianza sociale che sfociano nell'insorgere della criminalità che si riversa nelle strade. Una persona che riesce ad ottenere livelli di accettabile ricchezza attraverso il lavoro perché dovrebbe rivolgersi al crimine per pagarsi da vivere? Questa è la mia domanda che non riesce a trovare una risposta sensata.

Qui sotto  abbiamo due mappe interattive che ci consentono di mettere in risalto proprio la considerazione che manca dalla retorica tipica dei politici. Nella prima mappa abbiamo il valore, in Euro, del PIL pro capite dei paesi EU nel 2011. Nella seconda mappa abbiamo il numero di cittadini per poliziotto, dove a colori più scuri corrisponde un minor numero di cittadini per poliziotto, ovvero un numero più alto di agenti per singolo cittadino.

Secondo le spiegazioni dei politici, per cui ad un paese meno sicuro servono più forze di polizia, ci troviamo a considerare una situazione in cui i Paesi  col numero più alto di agenti, dove cioè la sicurezza è un problema più sentito, sono mediamente i Paesi con un PIL pro capite più basso. 






Ecco le due mappe interattive, i cui dati sono stati presi dal sito eurostat:




Considerata la media nel periodo 2003\2009 per il rapporto fra il numero di cittadini e numero di forze dell'ordine per Paese:

Tra i paesi col più alto numero di forze dell'ordine abbiamo Spagna, Grecia, Italia e Portogallo.


Dati dei GDP relativi al 2011:

I paesi sopra considerati come quelli con il numero più alto di agenti di polizia sono anche quelli che hanno il PIL pro capite nel 2011 fra i più bassi. Sono in altre parole i Paesi più poveri.

domenica 27 maggio 2012

Il 20 Maggio no-NATO di @tigella



Il 20 Maggio ha scosso Chicago. 
Da una parte, nel Palazzo, il vertice dei paesi G8. Fuori, in Strada, una marea di persone mobilitate dal movimento Occupy e dalla protesta dei sindacati, fra cui su tutti ha spiccato quello del National Nurses United, ha occupato le strade per manifestare contro la politica internazionale e americana attuali.
In disaccordo con le autorità del mondo Occidentale, da una parte, ovvero contro il sistema di relazioni internazionali messo in piedi attraverso la NATO; contro le misure del governo USA, dall'altra, tra cui quella per il taglio delle pensioni del comparto infermieristico. Trasversale a tutte le componenti sociali partecipanti, è montata la richiesta dell'introduzione di una seria Robin Hood tax sulle transazioni finanziarie delle banche.


Come finora è avvenuto, anche questa volta si è analizzato l'evento dal punto di vista di @tigella, di cui ho tracciato i movimenti nella manifestazione grazie ai tweet geolocalizzati che ha inviato ai suoi lettori dall'interno del corteo.
In tutto ho potuto lavorare su una massa di 21 tweet totali, che non sono una grande cifra, ma che comunque ci descrivono meravigliosamente quali sono stati gli spostamenti di @tigella insieme, e all'interno del corteo. Da questo punto di vista @tigella ha precisato che il basso numero si spiega con la sua necessità di far durare il più a lungo possibile la carica delle batterie del suo smartphone. Ricordo a chi legge che ogni orario letto in questo articolo e nella mappa interattiva, si riferisce al fuso orario GMT. 


Ecco la mappa interattiva e dinamica realizzata attraverso Google Fusion Tables, che ci fornisce una base di partenza ideale per visualizzare i dati, per poter poi integrare le informazioni che dalla mappa stessa si possono ricavare con altre notizie forniteci dal web.






Parte da Grant Park la cronaca degli eventi, dove i manifestanti si riuniscono e si preparano alla partenza del corteo.
I primi tweet quindi ci descrivono cosa succede nel parco, dicendoci prima di tutto quali sono le attività degli organizzatori. Dalla distribuzione di fazzoletti imbevuti di aceto come contromisura per i lacrimogeni e di portachiavi con numeri di emergenza, fino ai Mic-checks e i dibattiti coordinati dalla compagine newyorkese dei manifestanti no-NATO.
C'è un migliaio di persone nel parco, a quanto ci scrive @tigella, fra cui anche persone che con la manifestazione non hanno nulla a che fare. La situazione è estremamente tranquilla scrive la reporter, e nel parco regna una benevola atmosfera di festa, più avanti @tigella ci ribadisce: "Non so se l'ho già detto, ma è una manifestazione bellissima, colorata, persone di tutte le età e provenienze #noNATO #tows".


Il corteo si dirige quindi a sud, percorrendo la Michigan Ave fino all'incrocio di questa con Cermak Road. Qui i veterani fanno un discorso per la pace e restituiscono simbolicamente le medaglie ottenute sul campo di battaglia, e sempre da qui parte, subito dopo, la marcia non autorizzata dei no-NATO, la fase più delicata della giornata, in una città militarizzata e farcita di polizia fino all'inverosimile.


Di quello che succede nei gap fra un tweet geolocalizzato e quello dopo  servirebbe piuttosto uno storify, perchè i tweet utili di @tigella finiscono qui, ma tutti gli altri da lei inviati ci continuano a raccontare cosa succede. Utile quindi questi geolocalizzati per fare da riferimento agli altri che stanno fra uno e quello successivo.



















sabato 19 maggio 2012

34 Tweets per mappare @tigella




Non può esistere un modo migliore per verificare la presenza sul posto di un reporter inviato.
Attraverso questo insight, di cui vado particolarmente fiero, possiamo vedere i movimenti di @tigella dal 29 Aprile al 18 Maggio. Ovviamente questo tipo di studio è possibile solo su tweet geolocalizzati dall'autore, altrimenti sarebbe impossibile, o del tutto arbitrario, posizionare i marker sulla mappa. Vorrei poi ricordare che ogni orario letto nelle finestre di info si riferisce sempre al fuso orario di Greenwich.

 Ad ogni marker corrisponde una finestra di informazione che ci fornisce importanti elementi per poter verificare da dove @tigella ha scritto cosa, e soprattutto, attraverso le date di invio, possiamo tracciare a livello intuitivo il percorso fatto nei giorni dalla reporter.

La massa di dati da me lavorata si compone in realtà di soli 34 Tweet, gli unici che @tigella ha avuto il buon cuore di geolocalizzare, la maggior parte dei quali si riferisce ai giorni newyorkesi, e solo 3 arrivano a mostrarci la destinazione di @tigella, ovvero Chicago.



                   


La mappa è interattiva e dinamica, quindi scorrete pure tra New york e Chicago, per scoprire da quali strade @tigella ci sta raccontando #tows, andate a controllare se effettivamente ci ha scritto da dove diceva di fare!!

venerdì 18 maggio 2012

Analisi dell'origine dei tweet di #tows

Un nuovo insight dal flusso dei tweet con l'hashtag #tows, che va ingrossandosi sempre più, e che, proprio nel giorno del #15M, ha raggiunto e superato la quota dei 1000 tweet unici.

Questa volta passiamo in rassegna la distribuzione dei device con cui gli utenti di Twitter inviano messaggi. Nel grafico ad anello qui sotto vediamo appunto la distribuzione dei tweet in base al device utilizzato per l'invio. I dati si riferiscono a tutti i tweet ricevuti ed elaborati, provenienti da un numero complessivo di 372 utenti, eppure dall'incrocio di questo dato con quello dei top tweeters, ovvero gli user che hanno inviato il numero maggiore di messaggi, risalta un elemento ulteriore, che ci consente un commento sul metodo dell'analisi, ed uno ulteriore nel merito di essa.


Vediamo intanto, in termini assoluti, i primi 10 tweeters di #tows:




Con l'aiuto della semplice tabella qui sopra proposta riusciamo ad introdurre la questione di metodo che pesa sull'insight di oggi. Il flusso di messaggi registrato fino alle ore 22:43 GMT del 15 Maggio, conta un numero di 1049 tweet unici, che divengono perciò la base statistica della presente analisi. Eppure ben 471 tweet del campione complessivo sono stati veicolati da soli 10 utenti, seppure i più attivi.
Ne consegue che l'analisi complessiva delle sorgenti dei messaggi vedrà pesare implicitamente in misura molto maggiore gli strumenti utilizzati dai "Top 10", rispetto quelli di tutti gli altri utenti, che sono ben 362. 
Al fine perciò di isolare la "strumentazione" utilizzata esclusivamente da @tigella, che "pesa" in misura maggiore sul dato complessivo nel modo che sopra si è detto, ecco il medesimo grafico delle sources a partire però dai soli messaggi inviati da @tigella.





L'analisi degli strumenti utilizzati da @tigella conferma indirettamente quanto detto nell'insight dei #tows Storyfied Top Tweets, che già evidenziava nell'uso delle foto un carattere preminente nel lavoro di reportage fatto attraverso #tows.
Il resto lo dice il grafico e c'è poco da aggiungere, al massimo mi limiterei a scommettere una forte somma sul fatto che @tigella non usi un iPhone.



lunedì 14 maggio 2012

Top Tweet 29/4-11/5

Qui il link allo storify dei 10 Tweet più retwittati di #tows. Appena riuscirò ad embeddare come si deve i tweet qui su Blogger lo farò.
Intanto voglio ringraziare Angelo Centini per tutto l'aiuto che mi ha fornito con immensa pazienza, se prima o poi riuscirò ad offrire un servizio decente, sarà in buona parte merito suo.

venerdì 11 maggio 2012

#MayDay Cloud



Il primo maggio, il MayDay di @tigella a New York, letto con le parole dei fatti, appuntamenti e impressioni che hanno caratterizzato la giornata della Twitter-reporter. La cloud che segue è il frutto dei Tweet raccolti  nel solo Primo Maggio, contenenti l'hashtag ufficiale del reportage, #tows.

La mia prima impressione, guardando alle parole più rilevanti della nuvola, è che il miglior frutto del lavoro di @tigella (per quanto il giudizio si basa su questo che è solo il primissimo insight) è il saper riportare in maniera molto vivida le immagini che le si presentano davanti gli occhi. 
In questo senso la narrazione dei fatti risulta immediata, tanto per le caratteristiche del medium utilizzato, quanto soprattutto per il fatto di essere non-mediata da nessun tipo di interpretazione o commento, che a volte sono espressi, ma sempre in via del tutto personale.

Quello che prende forma quindi è una "quasi cronaca", piena delle strade e delle piazze che hanno ospitato @tigella, ad esempio parole come "strada", "Bryant", "park"; le persone che le sono sfilate accanto nel suo cammino, e perciò leggiamo di "studenti", "universitari", "polizia", "immigrati"; ci sono poi  riferimenti a verbi di movimento tipo "scendono", "scendiamo", "entrare"; parole che ci posizionano in un dato arco di tempo: "finora", "appena". 

Non è quasi mai la precisione, l'obiettivo principale e diretto di @tigella, non essendoci né Tweet geolocalizzati da parte sua, né tantomeno riferimenti espliciti agli orari in cui un dato avvenimento si verifica. Quello che sembra l'obiettivo, voluto o non, davvero raggiunto, è quello di accorciare al massimo la distanza che separa lei che scrive, da noi che la leggiamo. Ed è forse ciò che da sempre ci si aspetta da un buon reporter.





giovedì 10 maggio 2012

La Social Network Analysis di #tows.

Sta per iniziare, o meglio è già iniziata. 
Dipende di cosa si parla, perché l'avventura americana di @tigella è già partita, il 29 Aprile per l'esattezza; il mio lavoro di Social Network Analysis sul flusso di tweet che si collega all'hashtag #tows invece sta per partire.
Da domani sera pubblicherò su questo blog i primi insight, che inizieranno a parlarci di chi twitta dell'avventura di @tigella ed in che modo. Verranno presentate tag-cloud finalizzate all'individuazione delle parole e dei temi più rilevanti fra gli utenti inter-agenti. 
Rimanete nei dintorni quindi, perché da domani questo nuovo Datablog prenderà vita, mostrando in maniera estremamente accessibile quello che attraverso il solo twitter rischia di rimanere una "nebulosa" dai confini indefiniti e indefinibili, una timeline insomma, che rischia di correre troppo veloce.